Ideato e realizzato in Italia, sorveglierà depositi, campi, zone portuali e aree a rischio
Guardian 2000, il drone poliziotto ideato e realizzato in Italia
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Dove non può arrivare l’uomo interviene la tecnologia. Come spesso accade nel mondo dell’hi-tech, le innovazioni robotiche riescono a semplificare le attività più difficili e dispendiose, anche quelle di monitoraggio. Ecco allora che per tenere al sicuro grandi campi agricoli, punti nevralgici come porti e depositi di camion e autoveicoli, arrivano i piccoli aerei senza pilota, meglio conosciuti come droni.
L’Italia è uno dei paesi più attivi nel settore. Siamo tra le prime nazioni ad avere implementato l’utilizzo dei droni in contesti molto diversi tra di loro, come proprio quello dell’agricoltura, una nazione che, a differenza di quelle più avanzate, i nostri droni hanno scopi molto specifici e lontani da quelli bellici che siamo abituati a vedere durante gli approfondimenti dei TG. Da noi c’è chi utilizza i droni a scopo didattico, come il TeamDEV, o chi ha pensato di farne uso nelle calamità naturali. Insomma il panorama è davvero vasto e certamente più maturo di quanto si pensi.
Il prossimo drone che farà parlare di sé, soprattutto per la trasversalità di intervento a cui è dedicato, si chiama “Guardian 2000” e verrà presentato alla fiera “Roma Drone Expo&Show” di maggio. Si tratta di una macchina tanto sofisticata quanto economica (a detta dei produttori) adibita alla sorveglianza dall’alto dei cieli italiani. A realizzarlo è la AD Precision Mechanics, una startup di Monterotondo in provincia di Roma, che ha ricevuto dal gruppo Securitas Metronotte il compito di realizzare un prototipo di drone leggero ma in grado di volare su ampie zone riprendendo nel miglior modo possibile cosa succede a terra.
Per portare a termine questo compito, Guardian 2000 è dotato di una videocamera orientabile che può inviare ad un computer remoto tutte le immagini che sta riprendendo. Il bello è che non vi è la necessità di che vi sia sempre un operatore a terra a comandare il drone: questo può volare, in modo automatizzato, permettendo ai proprietari delle zone monitorate di stare più tranquilli. Il drone può volare ad una velocità di 45 KM/h per un tempo massimo di 45 minuti, dopodiché è necessario ricaricare il motore elettrico.
Come ci spiega Luca Perencin, titolare di NoLABS e maker: “Il panorama italiano è molto in fermento, sempre più spesso si vedono droni utilizzati per scopi civili (come l’aerofotogrammetria) e per gli usi più disparati, dal controllo delle vigne all’ispezione dei canali di scolo nei palazzi molto alti, lavori che precedentemente impiegavano un certo costo di manodopera, oltre al rischio sicurezza, e che ora vengono portati a termine più velocemente con un netto risparmio di tempo. Non è un caso se l’ENAC (l’ente nazionale che regola il traffico aereo civile) ha sentito l’esigenza di regolare un settore che si prestava a diventare una sorta di far-west, in assenza delle dovute regole”.
L’Italia è uno dei paesi più attivi nel settore. Siamo tra le prime nazioni ad avere implementato l’utilizzo dei droni in contesti molto diversi tra di loro, come proprio quello dell’agricoltura, una nazione che, a differenza di quelle più avanzate, i nostri droni hanno scopi molto specifici e lontani da quelli bellici che siamo abituati a vedere durante gli approfondimenti dei TG. Da noi c’è chi utilizza i droni a scopo didattico, come il TeamDEV, o chi ha pensato di farne uso nelle calamità naturali. Insomma il panorama è davvero vasto e certamente più maturo di quanto si pensi.
Il prossimo drone che farà parlare di sé, soprattutto per la trasversalità di intervento a cui è dedicato, si chiama “Guardian 2000” e verrà presentato alla fiera “Roma Drone Expo&Show” di maggio. Si tratta di una macchina tanto sofisticata quanto economica (a detta dei produttori) adibita alla sorveglianza dall’alto dei cieli italiani. A realizzarlo è la AD Precision Mechanics, una startup di Monterotondo in provincia di Roma, che ha ricevuto dal gruppo Securitas Metronotte il compito di realizzare un prototipo di drone leggero ma in grado di volare su ampie zone riprendendo nel miglior modo possibile cosa succede a terra.
Per portare a termine questo compito, Guardian 2000 è dotato di una videocamera orientabile che può inviare ad un computer remoto tutte le immagini che sta riprendendo. Il bello è che non vi è la necessità di che vi sia sempre un operatore a terra a comandare il drone: questo può volare, in modo automatizzato, permettendo ai proprietari delle zone monitorate di stare più tranquilli. Il drone può volare ad una velocità di 45 KM/h per un tempo massimo di 45 minuti, dopodiché è necessario ricaricare il motore elettrico.
Come ci spiega Luca Perencin, titolare di NoLABS e maker: “Il panorama italiano è molto in fermento, sempre più spesso si vedono droni utilizzati per scopi civili (come l’aerofotogrammetria) e per gli usi più disparati, dal controllo delle vigne all’ispezione dei canali di scolo nei palazzi molto alti, lavori che precedentemente impiegavano un certo costo di manodopera, oltre al rischio sicurezza, e che ora vengono portati a termine più velocemente con un netto risparmio di tempo. Non è un caso se l’ENAC (l’ente nazionale che regola il traffico aereo civile) ha sentito l’esigenza di regolare un settore che si prestava a diventare una sorta di far-west, in assenza delle dovute regole”.
fonte:La Stampa - Guardian 2000: arriva il drone poliziotto
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